Roma, venerdì 1 aprile 2011 – Berlusconi non può, non deve essere processato, perché da quei processi non può difendersi. Lo dimostreranno gli atti, se mai si andrà a processo. Per il momento lo dimostrano gli atteggiamenti, i mille tentativi – eversivi nei confronti dello Stato – di ergersi al di sopra della Legge, per scappare dalla stessa Legge. La perseverante condotta per sfuggire al giudizio, con leggi ad personam, dimostra già di per sé la colpa. Il Parlamento piegato ai voleri del Capo ci sta dicendo in maniera indiretta che non c’è modo di salvarsi da quei processi, se non fermandoli, non perché la condanna è già stata scritta da improbabili “toghe rosse” in combutta con i comunisti. Ma perché se c’è un corrotto, c’è anche un corruttore. La disarmante semplicità che nessuno riesce più a vedere è questa.
Il Cavaliere adesso, con i processi che riprendono a causa del venir meno dello scudo giudiziario, non può far altro che giocarsi il tutto per tutto. Ne va della sua esistenza e credibilità politica (anche se di fatto a livello internazionale è stato scaricato dalle Segreterie di mezzo mondo). Buona parte del suo partito non può far altro che seguire il Capo nella mischia. Cosa valgono, o meglio cosa varrebbero, in termini di consenso personale, i vari Alfano, Brambilla, Santanché, La Russa, Gasparri, Cicchitto, e i sottosegretari dell’attuale governo, e i parlamentari PdL senza il Capo. Già con una Legge elettorale degna di questo nome è probabile che rischierebbero, oggi come oggi, anche in collegi blindati. Ma con una Legge elettorale degna di questo nome rischierebbe molto anche l’attuale classe dirigente leghista. Per non parlare del tandem D’Alema-Veltroni.
In questo momento gli italiani sono in ostaggio di una classe dirigente incapace, che per sopravvivere è disposta a tutto. Anche a portare il Paese in un tunnel senza luce, con sempre minori garanzie per i cittadini. Il Cavaliere è molto semplice nella sua psicologia spicciola. Fa il contrario di quello che dice. E dice l’esatto contrario di quello che fa o ha fatto. Se parla di libertà, di casa delle libertà, di partito della libertà, di popolo della libertà, pensa ad un Italia, dove il potere Giudiziario e quello Legislativo siano soggetti al potere Esecutivo. Con l’attuale Legge elettorale, approvata con un bliz della Maggioranza nel 2006, il Legislativo oggi è vincolato e sottomesso. La grande riforma della Giustizia è il colpo di grazia alla tripartizione dei poteri. Et voilà, altro che premierato forte. Qui rischiamo di ritrovarci in una pseudo democrazia sul modello di quelle instaurate da Bel Alì e da Mubarak. E il Vaticano per il momento tace. All’orizzonte c’è da incassare la legge sul fine vita.