Roma, Lunedì 9 Dicembre 2013 – “Il motore dei sogni secondo Freud sono i desideri inconsci, questo è il pilastro su cui si basa la sua teoria. Tali desideri, appunto inconsci e non accessibili all’Io, operano ancora all’interno della psiche umana; durante il sonno rafforzano i loro effetti per via della minore attività della coscienza, e hanno dunque l’occasione di emergere sotto forma di immagine onirica”. Appunto, l’incoscienza. La chiave di tutto. Quando la Roma era incosciente di ciò che stava creando, di ciò che stava facendo sognare ai tifosi, tutto andava bene. I problemi sono sorti quando la Roma si è svegliata da questo sogno onirico. Quando si è realmente resa conto di cosa stava facendo. Lì, è subentrata l’ansia, la paura. Il timore di non confermare il fantastico cammino fatto nelle prime giornate che nemmeno il più ottimista dei tifosi poteva sognarsi di vedere. “Il sogno costituisce la realizzazione di un desiderio”, diceva Freud. E quale desiderio più grande, se non lo scudetto. Il sogno proibito, che nessuno poteva mai immaginare. Paradossalmente ora si può. Più di prima. Si. Anche con la Roma seconda in classifica. Si sa, con l’ansia si dorme male e non si sogna. E poi lui: Mattia Destro. Da sogno a sogno. Lui che più di tutti voleva quel gol. Quella liberazione. Si sarebbe tolto anche la pelle dopo il gol per il peso che aveva sullo stomaco. Dopo tutti questi mesi fermo a guardare gli altri fare quei gol. Quel calcio (di destro non a caso) in porta è significato molto per Mattia: un calcio alle sfortune, alle critiche, alle paure, alle ansie. Al mondo intero. Un Destro che mette K.O non solo la Fiorentina, ma che fa tornare a “dormire” anche la Roma. Si, non la sveglia. La mette a letto. Le rimbocca le coperte e la lascia sognare. Magari qualcosa succede. Chissà.
A viso aperto: è così che le due formazioni si affrontano sin dai primissimi minuti, infatti Ljalic e Vargas riscaldano subito i guantoni ai rispettivi portieri avversari. L’atmosfera all’Olimpico è infuocata e lo spettacolo del primo tempo non tradisce le aspettative, servono alla Roma solo 7 minuti per andare in vantaggio: Gervinho riceve un pallone eccellente da Maicon e porta lo porta verso fondo, aspetta quanto basta e appoggia al centro per Florenzi, passaggio breve al brasiliano che è vicinissimo alla porta e che non può sbagliare regalando il vantaggio alla sua squadra. Non c’è un attimo di respiro, gli ‘undici lupi’ di Garcia hanno ancora fame e giocano per segnare, in particolare De Rossi colpisce un pallone di testa dove Neto deve dare il massimo per parare e mandare la palla sopra la traversa. Dopo qualche minuto Rossi scatena il panico in area, dove dalla destra tiene in apprensione tre difensori e poi tira sul primo palo di potenza, ma non riesce a impensierire De Sanctis grazie all’intervento di Benatia. Bastano poi cinque minuti per vedere una buona conclusione di Vargas dalla trequarti che finisce alla sinistra della porta giallorossa. Anche i viola adesso rispondono presente. Il peruviano è testardo e, quando arriva il passaggio a conclusione della pregevole percussione di Tomovic, scaglia un missile in rete dal limite premiando il coraggio fino a quel momento dimostrato dai suoi compagni. La partita si dimostra bellissima e assolutamente imprevedibile. L’1-1 non basta agli ospiti, che continuano a insistere con una combinazione Rossi-Cuadrado, con l’ultimo che sbaglia dopo essere stato in condizione di inquadrare la porta. La prima frazione di gioco però non riserva altre grandi emozioni, a parte un incornata di Benatia allo scadere.
I viola rientrano in campo con grande convinzione e dettano i tempo del match: non a caso, dopo appena quattro minuti, Rossi e Aquilani perdono un’ottima occasione per andare in vantaggio. Al 57′ Gervinho dimostra che non ci sta e con una fiammata arriva al tiro dalla sinistra, Neto è però bravo a rispondere al tiro. Garcia comprende che è necessario un attaccante di ruolo e inserisce Mattia Destro, che dopo la lunga assenza e le buone prestazioni in allenamento, non vedeva l’ora di rientrare in campo. L’inserimento della punta non scompone i viola: Cuadrado è il gemello di Gervinho dall’altro lato e scatena il panico tra le fila avversarie con un’accelerazione fulminea mettendo al centro per Aquilani che scoordinato non riesce a concludere in porta. Sempre Gervinho sull’altro fronte rende la vita difficilissima alla retroguardia viola, ma stavolta invece che dalle fasce sfonda su linee centrali e mette Ljalic in porta, Neto si deve superare, spazzando coi piedi, ma subito dopo Maicon mette dentro la sfera per Strootman che coglie un palo clamoroso a Neto battuto. Incredibile la Roma che, stimolata dal tifo infuocato dell’Olimpico, viaggia in quinta. Al 66’ la favola si avvera per Mattia Destro (nella foto) che ritorna al goal con un tiro dal limite dell’area piccola sul quale il portiere non può davvero nulla su assist di un Gervinho super. L’attaccante era infortunato da diversi mesi ed esplode al momento della rete. Alla Fiorentina non piace però il lieto fine in cui spera la Roma e lo dimostra al 69’ con una punizione proverbiale di Pasqual dove De Sanctis deve mostrare tutta la sua esperienza e la sua tecnica per proteggere la porta, in un momento dell’incontro importantissimo. La Roma nel finale punge meno e la Fiorentina costruisce con calma. All’87’ Pjanic commette un fallo a centrocampo e prende la seconda ammonizione, lasciando la squadra in 10. Nel frattempo la Fiorentina schiera Matos per Vargas e avanza Rodriguez in attacco. E’ Rossi che appare al 90’ sulla destra sorprendendo tutti e solo Castan riesce ad evitare il suo goal con una scivolata provvidenziale. Gli ultimi minuti scorrono lentissimi per la Roma, che però può esultare per il successo.
Freud si esprimeva così: “Il sogno è incoerente, riunisce senza esitazione le più grosse contraddizioni, ammette cose impossibili, trascura le nostre cognizioni, così importanti durante il giorno, ci fa apparire eticamente e moralmente ottusi.” Mai frase poteva rispecchiare al meglio il tifoso romanista. Tanto sognatore quanto ottuso nel voler rincorrere la chimera dello scudetto ogni anno. Ogni volta. Ogni stagione. La Roma rende ottusi. Ma nel senso più buono del termine. Non si riesce a capire il limite che c’è tra sogno e realtà. Tra chimera e obiettivo. Figuriamoci adesso che le due cose sembrano essere così vicine.