Arrestati dai carabinieri a Grottaferrata, vicino Roma, tre uomini: vendevano hashish e marijuana ai giovani. Alcuni avevano la droga “a credito” per spingerli a spacciare a loro volta o venivano convinti a custodirla in casa. La preside: “Approfittano del disagio di alcuni ragazzi”
Seguendo il filo di quella tela i carabinieri di Grottaferrata, nei pressi di Roma, hanno scardinato, dopo mesi di pazienti indagini, un’organizzazione che smerciava hashish e marijuana in due scuole superiori delle città e a Frascati. Tre le persone arrestate ieri per ordine del Gip del Tribunale di Velletri: A. D., disoccupato di 25 anni di Grottaferrata con precedenti guai con la giustizia, sempre per droga, S. M., 22 anni, operaio, anche lui di Grottaferrata, e M. A., 20 anni, cameriere romano residente a Vermicino, alle porte di Frascati. In casa di uno degli indagati, i militari del maggiore Giorgio Palazzotto hanno trovato 15 mila euro in contanti, sospetto provento dello spaccio, che hanno sequestrato.
I tre, secondo i carabinieri, gestivano lo spaccio all’ingresso del liceo scientifico statale "Bruno Touschek" e dell’istituto paritario "San Giuseppe". Nel pomeriggio lo spaccio avveniva a Monte Compatri e nei luoghi di maggiore ritrovo dei giovani, a Frascati: viale Annibal Caro, che si trova all’ingresso del parco comunale di Villa Torlonia, nei pressi della Cattedrale di San Pietro e nella piazza delle Scuole Pie.
Dieci euro al grammo il prezzo di vendita dell’hashish, per un guadagno medio giornaliero di 200 euro a spacciatore. Ad alcuni ragazzi la droga veniva ceduta "a credito" per spingerli a spacciare a loro volta per guadagnarsi le loro dosi, facendo leva sul desiderio delle vittime di emergere nel proprio gruppo di coetanei, addirittura minacciando violenze fisiche nei confronti dei più deboli, e per soddisfare alcune loro esigenze economiche. Per la loro attività, i tre si servivano dell’aiuto di uno studente diciannovenne di Frascati e di un operaio ventenne di Grottaferrata, nei confronti dei quali sono stati emessi dal magistrato due provvedimenti di obbligo di dimora.
E’ al vaglio del tribunale per i minorenni la posizione di diversi ragazzi e ragazze sotto i 18 anni, ma imputabili perché maggiori di 14 anni, convinti a custodire la droga con la falsa promessa che non avrebbero avuto guai con la giustizia per via della loro minore età. Alcuni venivano anche usati come "vedette" per avvisare dell’arrivo delle forze dell’ordine.
"Nelle scuole popolose come la nostra – dice Adelina Cardillo, dirigente scolastica del liceo "Touschek" – c’è chi approfitta del disagio di alcuni dei molti ragazzi, anche se in generale sono molto impegnati nello studio e nello sport. Per prevenirlo, con il Comune e la Provincia abbiamo attivato uno sportello di ascolto due giorni a settimana e fatto incontri con i genitori. Anche con le loro debolezze, i nostri ragazzi sono bravi e bisogna sempre stare loro vicini: spesso per loro è difficile sostenere il ruolo che viene loro imposto per stare bene nel gruppo dei loro pari".