Roma, mertedì 19 febbraio 2013 – Francesco Totti. Non c’è altro nome per descrivere la partita di sabato sera. Un corpo celeste che brilla di luce propria e che fa brillare tutta la squadra. Che illumina quel tunnel oscuro che ormai sembrava essere senza uscita. Quel tunnel fatto di delusioni, sconfitte e cattiverie. Quando tutti ormai davano la Roma (e lui stesso) ormai per finiti, ecco il bagliore. Una meteora scagliata da quel piede destro che, citando una nota battuta di un film, “po esse piuma e po esse ferro”. Quel tiro che squarcia la porta e che manda la Roma in paradiso. Come quando uno è in fin di vita e vede la luce. Ecco. In questo caso, la luce è stata la salvezza. In quel tiro del capitano giallorosso, c’è racchiusa tutta la rabbia di un momento che sembrava stregato per i colori giallorossi. Ma che invece si è rivelato un momento di estasi assoluta. E questo è proprio il caso di dirlo: un calcio alla crisi.
Pratita molto equilibrata sin dalle prime battute. Bisogna aspettare infatti dieci minuti per vedere il primo tiro in porta. La firma è di Osvaldo che con un destro a giro troppo centrale non riesce ad impensierire Buffon. L’attaccante giallorosso è smanioso di farsi perdonare l’errore di Genova e si rende nuovamente pericoloso qualche minuto più tardi quando, dopo aver saltato in uscita l’estremo difensore juventino, non trova nessun compagno alla deviazione sottomisura. Reagisce la Juventus che prende il sopravvento e chiude i capitolini nella propria metacampo. Da un’iniziativa di Lichtsteiner, che viene steso a pochi metri dall’area di rigore da De Rossi, nasce la grande chanche per sbloccare il risultato. La mattonella è quella di Pirlo che con un rasoterra di grande precisione chiama alla grande risposta Stekelenburg, bravo a rifugiarsi in corner. La squadra di Conte si affida principalmente ai lanci lunghi di Pirlo che a turno premia gli inserimenti di Vucinic e Matri ben contenuti dalla retroguardia romanista. Dall’altra parte Totti fa girare il gioco e confeziona assist a ripetizione. Il più interessante è quello destinato a Lamela che si sarebbe ritrovato a tu per tu con Buffon ma l’argentino non ci arriva per questione di centimetri.
La ripresa si apre senza sostituzioni e con un’occasione per parte. La prima capita ad Osvaldo che, al termine di una buona azione di ripartenza, prende il tempo a Barzagli e manda di poco sul fondo con Buffon immobile. Risponde subito Vucinic con una voleè che fa gridare al goal i tifosi bianconeri ma anche questa volta la palla non trova lo specchio della porta. Non c’è un attimo di tregua con continui capovolgimenti difronte. Pjanic e Matri si costruiscono importanti opportunità ma trovano sulla loro strada l’opposizione attenta di Buffon e Stekelenburg. Osvaldo va vicino al goal con un colpo di testa sul quale Buffon d’istinto compie un vero e proprio miracolo. Impresa che non gli riesce su Totti che raccoglie la respinta della difesa bianconera sulla punizione di Pjanic e fa partire una sassata impressionante che sblocca il risultato facendo esplodere di gioia lo stadio Olimpico. La Juventus fa fatica a prendere le misure ai giallorossi e per ben due volte rischia di essere infilata ma sia a Lamela che a De Rossi manca il guizzo decisivo per ipotecare seriamente la vittoria. Il pallino del gioco resta nei piedi della Vecchia Signora ma la Roma quando accelera fa paura. E proprio dall’ennesimo contropiede nasce l’occasione per Marquinho sul quale s’immola Barzagli. Tutto inutile visto il fuorigioco segnalato ad Osvaldo. E’ l’ultima vera occasione prima del triplice fischio che decreta la vittoria dei padroni di casa.
Un risultato che ha il sapore dell’impresa in casa Roma, che ora vede materializzarsi la possibilità concreta di entrare almeno in Europa League, visto che le altre squadre stentano a decollare. La prossima tappa sarà a bergamo, dove però la squadra giallorossa sarà orfana di De Rossi e Totti, ammoniti e diffidati nella gara contro i bianconeri. Si spera che ormai il sentiero sia stato ormai tracciato dal bolide del capitano. Si spera che quella luce che ha irradiato l’Olimpico l’altra sera, si mantenga viva nella mente dei giocatori e che possa dare la giusta carica per le prossime gare di campionato. Sia fatta la luce.