In scena fino a domenica 25 nella Sala Gassman del Teatro dell’Orologio di Roma, il testo è la tormentata e difficile storia di un amore distruttivo. Firma la regia Eduardo Fiorito, con Fabrizio Odetto e Odette Adamante

di Barbara Santamato
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Roma, domenica 25 gennaio 2009 – “Il Gioco di Adam” è la storia di due dannati d’amore, imprigionati nell’ossessione esasperante della menzogna, della gelosia, della paura di non appartenere all’altro e al tempo stesso con la voglia di perderlo. Le parole corrono veloci, un vis à vis duro pone i soggetti in un confronto che li devasta, dove il sesso tra i due è una forte punizione che li disintegra. Giochi perversi e tormentati riducono i due al martirio fatto di domande che non hanno sosta, giochi sessuali punitivi che spingono l’uomo a vendicarsi della presunta infedeltà della donna. Il tutto si svolge in un unico atto lungo un’ora e mezzo, lì dove gli affanni ed il pathos coinvolgono lo spettatore fino a farlo divenire protagonista stesso.

La società spinge l’individuo a crearsi piccoli éscamotages per sopportarne la realtà che quasi mai lo soddisfa. Il gioco diventa pericoloso laddove se ne perde il senso; l’amore malato che unisce i due muore nel momento stesso in cui essi lo subiscono, infarcendolo di insulti, domande a doppio senso, nella impossibilità di sapersi rispettare ed arrendere. La pièce si presenta agli occhi del pubblico con effetti speciali di luci e con musiche che rimarcano l’intensità del testo. Tra ombre e silenzi, tra chiarori ed urla il regista taglia uno squarcio sulla vita di relazione che non funziona, schiava di se stessa e della società che l’irretisce.

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