Roma, lunedì 12 dicembre 2016 – Bella vittoria nel derby della Mole della Juventus di Allegri, che ritrova la forma e lo slancio dei giorni migliori e supera per 3-1 gli avversari nello Stadio Grande Torino. Se si guarda alla cabala è il terzo risultato uguale in Campionato che segna il cammino della Signora. 3-1 contro il Genoa (persa). 3-1 contro l’Atalanta e contro il Torino. Entrambe vinte. E la cabala, o il gioco del destino che si rivela attraverso i numeri, riguarda anche Higuain, che raddrizza la gara dei bianconeri e poi ribalta il risultato con uno straordinario gol, 10 minti prima che Pjanic arrotondi il risultato in pieno recupero. Il Pipita, segna al 28’ del primo tempo e all’82’ del secondo tempo. Se non è cabala questa non sapremmo come chiamarla. Il passivo ai danni del Torino di Mihailovoc è pesante e non rende giustizia alla squadra, che ha disputato una bella gara, fisica, aggressiva, condita da molta tecnica. Quello di ieri è stato forse il più bel Torino degli ultimi anni, grazie alla tanta qualità dei giocatori in mezzo la campo. A partire dal portierone Hart, autore di alcuni strepitosi salvataggi, per continuare con i due terzini di fascia Zappacosta e Barreca, con un ispirato Baselli. A questi si aggiunge un finalizzatore portentoso come Belotti, mister 100 milioni in virtù della clausola di rescissione voluta dal suo Presidente Urbano Cairo. Contro questa formazione ben messa in campo Allegri a schierato un 4-4-2 con la linea difensiva formata da Lichsteiner, Rugani, Chiellini e Alex Sandro. La mediana muscolare con Cuadrado, Khedira, Marchisio e Sturaro. In avanti Mandzukic e Higuain.
La gara è stata subito di marca bianconera con Mario Mandzukic che ha fatto vedere quanto sia ispirato in questo periodo. Per ben 4 volte è entrato nelle azioni dell’attacco bianconero, portando scompiglio nell’area avversaria e procurando due situazioni pericolose. Il gol però è arrivato dalle parti di Buffon, grazie ad una bella azione del Toro, che ha messo in condizione di crossare Baselli e di trovare al centro area Belotti. La punta granata ancora una volta ha mostrato di essere un formidabile cannoniere e di testa ha bruciato Buffon. Nell’unica azione dei padroni di casa al 14’ circa del primo tempo è arrivata la rete. Il merito dei bianconeri è stato quello di non scomporsi e di ricominciare a macinare gioco. Con calma e grinta, passando non solo per le linee orizzontali ma anche per quelle verticali, la squadra di Allegri ha trovato spesso il modo di aprire la difesa avversaria e di arrivare al tiro. Con insistenza e in un azione di rimessa è arrivato il gol del Pipita, che ha raccolto un pallone che è sbattuto involontariamente sul tacco di Mandzukic. L’argentino entrato in area ha avuto la freddezza di beffare Hart con un tiro strozzato. Sul pareggio, di nuovo la Juventus non si è scomposta e ha attaccato come al solito, evitando tra l’altro che il Torino potesse avere una reazione di rabbia. Il primo tempo è finito con i bianconeri in avanti alla ricerca del gol.
Il secondo tempo si è aperto come si era chiuso con la Juventus in avanti nel tentativo di ribaltare la gara. Con buoni cambi di gioco e con le due fasce ben presidiate da Alex Sandro e Cuadrado, un po’ in ombra rispetto alle passate gare, la Juventus si è proposta con continuità almeno nel primo quarto d’ora. Poi è salito in cattedra il Torino, complice anche la stanchezza della squadra di Allegri. La fase centrale del secondo tempo è stata di marca granata, i cui sforzi hanno prodotto anche delle buone conclusioni e portato i padroni di casa vicinissimi al nuovo vantaggio. Iago Falque e Liajic in almeno due azioni hanno messo in serio pericolo la retroguardia bianconera e in un paio di occasioni è stato lo stresso Mandzukic a salvare Buffon, così come aveva fatto contro l’Atalanta. Alla fine però i cambi hanno dato ragione ad Allegri, che prima ha inserito Lemina per Sturaro e poi Dybala per Mandzukic, che se l’è presa molto. Con l’ingresso dell’argentino le cose sono cambiate, perché la classe e l’estro della Joya hanno alzato il tasso qualitativo del gioco juventino. Immarcabile sotto tutti i punti di vista, Dybala palla al piede difficilmente fa la cosa sbagliata. Infine Allegri ha messo dentro anche Pjanic per Cuadrado. Mihailovic per parte sua, visto che la Juventus sembrava accusare il colpo e comunque il Torino era messo meglio in campo, ha provato a vincere la gara, cambiando tre giocatori contemporaneamente e mettendo una formazione a trazione anteriore. Peccato che subito, da un cross pennellato di Chiellini sia arrivata la magia di Higuain, che in splendida giravolta ha trafitto per la seconda volta Hart. Un colpo balistico a freddo, che ha gelato il sangue ai tifosi granata. Poi è salito in cattedra la Joya, che come Messi e forse meglio di Messi, ha iniziato a danzare con il pallone, saltando gli avversari come birilli e mettendo per due volte in condizione Higuain di battere a rete. In una di queste situazioni Dybala ha avuto la bravura di recuperare la sfera e di appoggiarla per Pjanic che ha battuto in porta, a tempo ormai scaduto, a colpo sicuro. La fenomenale parata di Hart, che aveva compito un mezzo miracolo prima, ha così costretto il bosniaco e riprendere la palla e a infilare il Toro per la terza volta. Partita chiusa e tre punti ai bianconeri, che potrebbero anche lamentarsi per un rigore non concesso su Lichsteiner.