Roma, giovedì 26 maggio 2011 – Scala la classifica IBS (Internet BookShop) – arrivando al secondo posto tra i venti libri più venduti in Italia – il nuovo romanzo di Margaret Mazzantini “Nessuno si salva da solo” – uscito per Mondadori da appena due mesi. La scrittrice è tornata sulla scena italiana dopo tre anni dalla vittoria del premio Campiello per il suo bestseller “Venuto al mondo”, conquistandosi il ruolo di protagonista, attraverso una tematica di grande attualità: quella dei matrimoni-lampo, un problema-emblema della generazione over trenta. “I matrimoni si sciolgono perché manca la sincerità su ciò che si vuole e nei momenti di difficoltà ci si rende conto di non avere la terra compatta sotto i piedi”, spiega l’ autrice a Francesco Rigatelli de “La Stampa”. Un matrimonio come tanti, quello di Delia e Gaetano ( i due protagonisti ), scoppiato a causa della routine, della stanchezza, della noia, di un tradimento, o forse a causa di motivi più profondi. “Loro sono due naufraghi contemporanei che hanno domandato all’ amore anche quello che irresponsabilmente non hanno saputo regalarsi”, continua la Mazzantini “vivono di finti modelli, l’ esterno li confonde, sono privi di forza propria”.
Un ristorante all’aperto, una coppia seduta nell’umidità afosa e caotica dell estate romana. Una coppia qualunque. Riunita, dalla necessità di discutere sull’affidamento dei figli. Il libro si apre su questa scena – emblematica anch’essa, il desinare che da unione ora sancisce la disfatta – e da qui si dispiega nei mille ricordi di un amore che chissà per quale ragione non ha funzionato. “Onestà, generosità e tenacia, sono le parole chiave di un rapporto”. Questi i consigli dell’ autrice alle molte lettrici – e lettori, perché no. Un libro crudo e crudele, pieno di vita vissuta e di vita da vivere, anche se in solitudine. Ricordi fatti di carne, di rabbie, di odori, che hanno smesso di appartenere l’ uno all’ altro. Può sembrare strano che la Mazzantini – unita all’ attore regista Sergio Castellitto dall’87, e divenuta popolare anche per la forte unione che lega i coniugi nella vita e nel lavoro (ricordiamo il film “Non ti muovere” di cui Castellitto è stato regista e protagonista, o il soggetto scritto a quattro mani “La bellezza del somaro”) possa parlare con tanta semplicità di un problema che sembra non appartenergli. O forse non è così. Perché ogni coppia, in fondo lo sa, vive di ricordi e di attimi, tristi o felici che siano. Ma talvolta da soli, questi non bastano, a sorreggere il peso di entrambi. E nessuno si salva, da solo.
Simona Passeri Leoni