di Gipro
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Montefiascone (Viterbo), giovedì 6 agosto 2009 – Terza edizione di Est Film Festival a Montefiascone (dal 25 luglio al 2 agosto) che oltre a presentare i sette film in concorso, a contendersi l’Arco d’oro, ha visto sezioni dedicate ai documentari e ai corti.Ospite d’eccezione, per l’apertura del Festival, è stato Carlo Verdone che, nello splendido e suggestivo scenario della Rocca dei Papi, ha ricevuto un premio speciale: l’Arco alla carriera.
Davanti ad un caloroso pubblico, Carlo Verdone ha rivisitato con un pizzico di nostalgia i suoi primi passi nel mondo del cinema, come attore e successivamente come regista, senza dimenticare la figura d’attore che forse lo ha segnato maggiormente la sua carriera: Alberto Sordi. Per ultimo, con la voce strozzata dall’emozione l’attore romano ha ricordato l’adorato padre, scomparso da appena un mese, al quale è stato dedicato la sua ultima opera che verrà proiettata nei cinema italiani all’inizio del prossimo anno: Io loro e Lara.
Il Festival
“Ringrazio per l’accoglienza e l’affetto – ha detto Verdone – della splendida città di Montefiascone, che mi ha omaggiato del prezioso riconoscimento, l’Arco alla carriera, che mi emoziona e mi rende particolarmente felice anche se sono trascorsi oltre trenta anni dal film che mi ha consacrato al grande pubblico: Un sacco bello. C’è un aneddoto che vorrei raccontare che riguarda l’organizzazione del Festival che mi sembra particolarmente simpatico e significativo. Non amo viaggiare in Internet, ma ogni tanto mi concedo alcune ricerche a siti dedicati alla cinematografia e un giorno lessi una recensione negativa relativa al film Grande, grosso e Verdone. Contattai per e-mail l’autore della critica che mi rispose con toni garbati e così conobbi uno degli organizzatori del Festival, che in questo momento storico è un prezioso e importante appuntamento con la cultura, visti i pesanti tagli effettuati dal governo Berlusconi, che ha preventivato dieci milioni di euro per il cinema, il ballo ed altre discipline. Tagli di questo tipo minano il futuro ad eventuali giovani che vogliono intraprendere questa carriera”.
Attore e regista
“Il ruolo di attore – ha continuato Verdone – lo amo particolarmente perché mi consente di mettere in scena i personaggi della realtà e della quotidianità. Mi definisco un "pedinatore", perché riesco a carpire dai personaggi della vita quotidiana, dal barista, al panettiere, al giornalaio, le fragilità, debolezze, modi di fare ed eventuali tic che rendono il personaggio unico. Alcuni miei colleghi non vivono queste realtà, perché sono presi dalla vita notturna e si perdono i momenti importanti della giornata. Come regista vorrei essere ricordato con un’unica frase: un regista che amavale sue attrici. Ho lavorato e ho lanciato diverse attrici come Ornella Muti, Claudia Gerini, Asia Argento, Margherita Buy e tante altre. È il mio destino vivere tra le donne: da bambino tra mamma, zie e collaboratrici domestiche la mia vita èstata sempre affollata dal sesso femminile. Vorrei inoltre sottolineare che da regista, nel passato, ho sempre utilizzato i caratteristi come Elena Fabrizi (sora Lella), Mario Brega perché rappresentavano la Trastevere che ora non esiste più perché oramai c’è una Roma diffidente e per niente umana”.
Io e Sordi
Ancora Verdone: “Da bambino con la mia famiglia vivevamo in via delle Zoccolette. La finestra del mio appartamento affacciava di fronte a quella di Alberto Sordi e, incuriosito da questo personaggio, lanciavo spesso dei sassolini alla sua finestra, ma un giorno si affacciò e mi disse: “A ragazzi’ vattene”. Ma non sono sicuro se fosse Alberto o sua sorella: erano molto simili. Albertone mi ha definito il suo erede, ma non è vero perché abbiamo caratteristiche diverse che ci contraddistinguono. Alberto è stato una straordinaria maschera che mi ha fatto amare la commedia italiana ed ha rappresentato i vizi e le virtù degli italiani con una buona dose di cinismo. Ho avuto la fortuna di frequentarlo anche nella sua splendida villa che si affacciava sulle terme di Caracalla, ma Alberto viveva quasi come un monaco con le finestre completamente chiuse che non lasciavano trasparire nulla dall’esterno. Era molto triste e malinconico, ma con un sorriso si illuminava di nuovo”
Io e mio padre
“Mio padre – ha concluso Verdone – è scomparso da un mese, durante la lavorazione del film Io loro e Lara con Laura Chiatti. Pensavo che non sarei mai riuscito a terminarlo, ma mio padre dal cielo mi ha aiutato e le scene previste in Africa sono state ultimate. Il film è stato dedicato a mio padre”.