Traballa in Italia l’industria del turismo, che presenta un dato generale in calo con periodi incerti e cifre che non tranquillizzano gli operatori. I visitatori si allontanano anche per mancanze infrastrutturali
di Barbara Santamato
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Roma, giovedì 15 gennaio 2009 – L’ onda anomala del tracollo finanziario e gli scossoni, che i mercati hanno subìto, ha investito anche il sistema turistico italiano, che presenta un quadro complessivo negativo nella registrazione delle presenze in Italia. Le mete preferite sono altre; e stranieri e italiani volano verso mete esotiche o verso le grandi capitali europee, dove i costi sono meno cari e i servizi migliori. Lo confermano i dati riportati da Eurostat, che rimarcano le differenze con i nostri vicini più prossimi, orientati verso la propria cultura e la propria tradizione. L’86% degli spagnoli e l’83% dei francesi, contro il 75% degli italiani, sceglie il Paese di origine per trascorrere un periodo di vacanze. "Rispetto all’ anno scorso gli hôtel hanno registrato una diminuzione di 12,5 milioni di pernottamenti in meno, con una perdita di un miliardo e mezzo di euro nel saldo attivo registrato dalle imprese turistiche degli italiani all’ estero e degli stranieri in Italia” – ha sottolineato Bernabò Bocca, Presidente nazionale di Federalberghi.
Tra Gennaio e Settembre 2008 la stima di perdita nel settore turistico totale oscilla fra il 5 e il 15%, con punte del 17% al Sud". I dati sono stati anticipati dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega al Turismo, Michela Vittoria Brambilla, la quale introduce anche una nota positiva nel quadro complessivo negativo sul turismo. Rispetto alle previsioni si sta denotando infatti un andamento della stagione invernale "più che positivo", incrementato di fatto dalle forti nevicate che hanno reso possibile un rialzo delle vendite e dato la possibilità alle agenzie di offrire diversi pacchetti promozionali.
Il problema del declino del turismo nel Belpaese sembra però insito nel sistema economico, ma anche e soprattutto in quello culturale. Qui in Italia i turisti sono abbandonati a loro stessi, l’ investimento sulla qualità dell’ offerta è del tutto assente e non c’è la capacità di saper mettere il visitatore a proprio agio. Non si registra una corrispondenza biunivoca e paritaria tra qualità e servizio e non solo per gli hôtel, ma anche per tutte le nuove categorie (bed & breakfast, agriturismi e country house), a causa di un sistema di costi che mette a disagio chiunque, sia per eccesso, ma sopratutto per difetto, lì dove il territorio non viene valorizzato per le sue ricchezze.
Insomma, si è di fronte ad una vera e propria débacle. Il Presidente di Federturismo Confindustria, Daniel John Winteler, ha scritto al sottosegretario Brambilla per sollecitare interventi del Governo in favore dell’industria turistica. Winteler rimarca i tagli e le tasse sul turismo, che contrastano con gli stanziamenti previsti per altri settori che di certo non hanno la stessa valenza che il turismo può esercitare sul nostro paese. In più, il settore turismo potrebbe favorire la nascita di nuovi posti di lavoro, che costituirebbe una ulteriore crescita ed un nuovo sviluppo per la società. Intanto l’ Italia guarda lontano ed aspetta, speranzosa, le invasioni straniere.